Scalea, la perla del Tirreno

Ampie distese di spiaggia e acque cristalline incorniciate dal verde smagliante delle colline che si affacciano a ridosso del mare. Così si presenta Scalea, tra i paesi più antichi e importanti dell’alto Tirreno cosentino, già da oltre mezzo secolo destinazione turistica vivace e rinomata in Calabria.

 

La Torre Talao, monumento simbolo del paese, domina ben otto chilometri di spiaggia, fino alla caratteristica scogliera dell’Ajnella. L’incantevole tratto di costa frastagliata che da lì si estende verso nord offre fondali cangianti ideali per lo snorkelling e le immersioni. In barca, in canoa o semplicemente a nuoto, è possibile raggiungere anche le numerose spiaggette e grotte marine che caratterizzano la costa scaleota.

 

La singolare grotta detta “du trasi e jesci” (letteralmente “entra ed esci”, poiché dotata appunto di due accessi), è accessibile via mare e all’estremità opposta sfocia su una delle calette più pittoresche della Riviera dei Cedri, la cosiddetta spiaggetta di “u jiditale”, che ricorda nella forma i vecchi “ditali” usati per il cucito. Poche bracciate e si raggiunge la famosa grotta della Pecora , per via della caratteristica stalattite a forma appunto di pecora che ne adorna l’ingresso, i cui fondali sono semplicemente mozzafiato grazie ai raggi del sole che filtrando attraverso aperture a filo d’acqua offrono incredibili sfumature di blu. E poi le tranquille spiaggette della Baia del Carpino; la selvaggia spiaggia delle Tamerici, letteralmente immersa nel verde; e la romantica grotta del “Bacio”, detta così perché… Su, dai, questa è facile!

 

Dall’altro lato, adagiato su uno sperone collinare a godersi il panorama, il centro storico medievale , tra i più affascinanti della Calabria con le sue viuzze, piazze, monumenti e scorci da cartolina. “Questa città ha quattro porte: la Porta di mare; la Porta del Ponte, da un antico ponte, in cui si vede un pezzo di artiglieria; la Porta Cimalonga , in cui vi è una torre che serve da carcere; la Porta del Forte”.

Così nel 1802 scriveva Lorenzo Giustiniani sul Dizionario Geografico del Regno di Napoli, con riferimento ai punti di accesso di quello che oggi gli scaleoti chiamano affettuosamente il paese vecchio , dove si distinguono l’imponente Palazzo dei Principi Spinelli, con la sua corte interna e i soffitti affrescati; Piazza Maggiore de Palma, praticamente una cartolina che affaccia su una cartolina; passando per Torre Cimalonga, che un tempo fu carcere e oggi ospita un prezioso Antiquarium; su su fino ai ruderi del Castello Normanno, che svetta su tutto il territorio.


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